Il nome rappresenta la nostra identità contribuendo in modo significativo alla sua costruzione. Risulta impossibile immaginarci privi di un nome e ci affidiamo costantemente al suo suono, alla sua unicità semantica. Talvolta, tuttavia, un nome nasconde significati sorprendenti e del tutto slegati dalla persona e dalla sua identità.

Un anagramma (il più antico dei giochi linguistici) scardina il mio nome-cognome trasformandolo in una frase evocatrice un altrove improbabile: Massimo Cartaginese diviene C/o:Mars’ tin seas image.

Con la particolarità di non riferirsi ad un paesaggio fantastico ma alla sua rappresentazione: immagine dei mari di stagno su Marte.


"Un uomo si propone il compito di disegnare il Mondo. Trascorrendo gli anni popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli, di persone. Poco prima di morire scopre che quel paziente labirinto di linee è l'immagine del suo volto." (J.L. Borges)

Concepire l’uomo quale immagine del cosmo non è un’idea nuova. Tra gli altri, il pensiero filosofico di Pico della Mirandola ha definito compiutamente l'idea di microcosmo in epoca umanistica: l'anima o la mente umana, attraverso un graduale processo conoscitivo, giunge a formare in sé l'immagine del cosmo intero.

In anni a noi più vicini, le categorie concettuali che la geografia umanistica ha posto al centro della sua indagine, rendono evidente che le sole terrae incognitae ancora inesplorate sono quelle della soggettività; la rappresentazione del mondo è frutto della sua trasformazione in linguaggio, letterario o visivo, e diviene un prodotto culturale creato dalla percezione e dall'immaginazione.

In questo lavoro, la progressiva e retata perdita di riconoscibilità dei miei tratti somatici, il loro aggrovigliarsi in matasse di linee, il loro finale configurarsi in forma di “mappa”, segue un procedimento affatto tautologico.

La lenta animazione di questi disegni come fluida successione di passaggi, diviene lo strumento più efficace per delineare nuovi e ambigui paradigmi cartografici, rappresentazioni ambivalenti  in bilico tra individuo e mondo, tra somatico e geo-grafico.













>> videoinstallazione Videodromo Ancona, 2011 | Mediamorfosi Napoli, 2011  | Me, myself & I  Pinacoteca Albertina Torino, 2019)